lunedì 7 dicembre 2009

Che cosa impedisce questa comunicazione nella vita ordinaria?

Riscoprire la possibilità di comunicare e l'amicizia di fronte ad una tragedia come il terremoto.
Non c'è ombra di recriminazione nelle persone intervistate. Come è possibile?



Che cosa impedisce questa comunicazione nella vita ordinaria?

martedì 1 dicembre 2009

La dignità della persona.

1 Dicembre - Giornata Mondiale dell'AIDS.
Vi rimando a questo articolo in cui sono raccontate le storie di 3 donne sieropositive al virus HIV, a Kampala (Uganda).

http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2009/12/1/LA-STORIA-Agnes-Nancy-e-Corinne-abbiamo-l-Aids-ma-possiamo-fare-tutto/52782/

E per un approfondimento sul Meeting Point:

http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=18923
di cui riporto uno stralcio:

Racconto un episodio, per spiegare bene questo punto. Quando è venuto l’ambasciatore italiano, una donna parlandogli ha detto: "Non pensare che noi siamo poveri, perché in realtà siamo più ricchi degli altri”. L’ambasciatore a sentire questo si è commosso. Queste donne non sono povere perché hanno scoperto che c’è qualcuno che le ama, e quindi sentono di avere quello che molte altre persone non hanno. E questa constatazione non è solo spirituale, ma arriva fino agli aspetti più concreti, al punto che in alcuni casi hanno voluto anche donare un po’ di soldi ad altre persone in difficoltà.




"Vedendo la bellezza possono apprezzare la loro vita"

 Un modo molto più umano e costruttivo di combattere il diffondersi dell'AIDS che semplicemente regalare preservativi.

domenica 22 novembre 2009

Riprovare...

Ebbene si... ci riprovo.

Tante volte in questi ultimi mesi mi è venuto in mente "Questo lo devo scrivere sul Blog", ma non l'ho mai fatto. Adesso credo che sia ora di vincere la pigrizia e di riprovarci. Anche stimolato da qualche amico che mi ha chiesto "Ma non scrivi più?", o da un'amica blogger che, quando mi ha conosciuto personalmente, mi ha detto "Sai che leggevo il tuo blog? Interessante".
Magari riuscirò anche a personalizzare un po' di più il Blog, appena capisco come funziona. Se poi ci fosse qualcuno disponibile ad insegnarmi (imparo in fretta) od ad indicarmi qualche programma facile da usare sarebbe ancora meglio.

Quindi... a presto.

E buona festa di Cristo Re.

venerdì 12 giugno 2009

"Le anime hanno un loro particolar modo di intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto."


(L. Pirandello - Il fu Mattia Pascal).

domenica 12 aprile 2009

Buona Pasqua

Cristo Risorto sia fonte di speranza e di pace per tutti.




Auguri di una buona e serena Pasqua.

martedì 7 aprile 2009

Emergenza Terremoto

6 aprile 2009

CANALI DI RACCOLTA FONDI DEDICATI
La Fondazione Banco Alimentare Onlus ha attivato alcuni immediati canali a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto.

CONTO CORRENTE POSTALE N° 28748200
Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus
Causale: emergenza terremoto Abruzzo
CONTO CORRENTE BANCARIO
Banca Prossima
IBAN IT52L0335901600100000003514
Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus
Causale: emergenza terremoto Abruzzo
DONA ONLINE (con carta di credito)
http://www.bancoalimentare.org/donazioni
Causale: emergenza terremoto Abruzzo
PER CONTATTI
02-89.65.84.63 - Per aiuti da privati (solo donazioni)
02-89.65.84.58 - Per aiuti da aziende (donazioni e alimenti)

per info e segnalazioni: terremotoabruzzo@bancoalimentare.it

RACCOLTA ALIMENTI
PRODOTTI NECESSARI
Categoria: prodotti a lunga conservazione, non freschi.

latte a lunga conservazione
zucchero
crackers e fette biscottate
biscotti, brioche e altri prodotti per la prima colazione
tonno in scatola
confetture e frutta sciroppata
succhi di frutta
cioccolata
prodotti per la prima infanzia
acqua minerale

BANCO ALIMENTARE

lunedì 30 marzo 2009

Voler bene

Voler bene a una persona
è un lungo viaggio –
rupi, cadute d’acqua e bui
improvvisi, dilatati
il chiuso di foreste,
lampi a volte
sul silenzio così vasto del mare
e strade sopraelevate, grida
viali immersi all’improvviso
in una luce sconosciuta.
Voler bene a uno, a mille, a tutti
è come tener la mappa nel vento.
Non ci si riesce ma il cuore
me l’hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento.
Sugli altipiani di ogni notte
eccomi con le ripetizioni e le mani
rovesciate
della poesia:
non farli stare male, sono tuoi,
non farli andare via.

Voler bene - Davide Rondoni

giovedì 12 marzo 2009

Girando per l'Italia

Ultimamente mi capita spesso di girare l'Italia per lavoro.
Se si tengono gli occhi aperti (senza distrarsi troppo alla guida) si possono osservare dei bellissimi spettacoli della natura. Si può passare nel giro di un giorno da un paesaggio carnico invernale come questo (le foto sono a colori) ...




... ad un paesaggio marino così (la spiaggia di Lignano Sabbiadoro)

lunedì 9 febbraio 2009

venerdì 6 febbraio 2009

Approfondimenti

Non riesco a restare indifferente di fronte a quello che sta succedendo ad Eluana. C'è qualcosa dentro di me che si ribella a questa morte assurda. E non credo che se ne parli troppo, perchè tutti quelli che la vedono restano colpiti: perchè vive...

Per approfondire e riflettere:

Quella tosse che squassa le prime coscienze

Intervista a Jannacci

Vi racconto Beppino ed Eluana

...

Margherita Coletta: Vi racconto Beppino ed Eluana

Ha chiamato ancora papà Beppino ieri mattina poco prima delle nove: «Ma nemmeno l’hai accompagnata Eluana?», gli ha detto subito. Margherita Coletta è la vedova di Giuseppe, carabiniere assassinato a Nasiriyah il 12 novembre 2003, nell’attentato che spazzò la base italiana “Maestrale”, carabiniere che non aveva mai ucciso e che sceglieva le missioni all’estero per aiutare i bimbi più indifesi, quelli colpiti dalla guerra. Lo faceva per ritrovare il sorriso di suo figlio Paolo, morto a sei anni stroncato dalla leucemia: «Quando capimmo che era finita e i medici ce lo spiegarono chiaramente - racconta lei - facemmo interrompere la chemioterapia».

Margherita in questi mesi è volata dalla Sicilia a Lecco per andare a trovare Eluana, accompagnata da Beppino. Spesso e a lungo l’ha accarezzata, l’ha baciata, le ha parlato. E spesso ha parlato col papà, scontrandosi anche duramente, ma senza che mai lui le negasse il dialogo: in qualche modo forse sono diventati amici. Ecco perché ancora ieri mattina lei gli ha telefonato dicendogli: «Speravo che coi giorni fossi rinsavito».
Cos’ha provato, Margherita, entrando nella stanza di Eluana?
La prima volta mi sono fermata sulla soglia della sua porta. Pensavo di essere più forte. Ho respirato a fondo, poi sono entrata. Quando l’ho vista, abituata com’ero alle foto di lei ragazza, mi ha scosso, oggi è una donna. Ma poco dopo è diventato tutto così normale, come fossi a trovare una persona in ospedale. Anzi, ho sentito tanta dolcezza e nessun ribrezzo e pena. Né ho visto alcun “sacco di patate”, come qualcuno descrisse Eluana, ma una persona che è tutt’altro. Una persona.
La sensazione più bella?
Quando l’ho accarezzata. Con la sensazione netta, nettissima, che lei avvertisse le carezze. Certo è che pensavo di andare a dare io a lei, invece ho ricevuto assai più di quanto le abbia dato.
Cosa?
La maggior certezza nelle cose in cui credo. La consapevolezza che non si può ridurre una persona alla sua forma fisica.
..........

Com’era trattata Eluana nella casa di cura lecchese?
Come una regina. Le suore che le stanno accanto ogni giorno la curano, la lavano, la portano a spasso sulla carrozzella. Addirittura la depilano, perché Eluana come ogni ragazza non sopportava d’avere peli sulle gambe.
E come sta?
Lei è una donna. Una donna di trentotto anni: ha la mia stessa età. Ha il ciclo mestruale come ogni donna. Apre gli occhi di giorno e li chiude la notte. Respira benissimo e da sola, serenamente. Il suo cuore batte da solo, tenace e forte. Ci sono momenti nei quali forse sorride e atri nei quali forse socchiude gli occhi. Ma quanti sanno davvero che Eluana non è attaccata a nessuna macchina? Quanti sanno che nella sua stanza non c’è un macchinario, ma due orsacchiotti di peluche sul suo letto? Che non ha una piaga da decubito? Che in diciassette anni non ha preso un antibiotico?
La notte scorsa hanno portato Eluana a morire: lei, Margherita, cosa sta provando?
Ho un pugnale dentro. Prego, spero fino all’ultimo che lui si renda conto di quel che sta facendo. Quanto sia sbagliato. Quanto non sia paterno. Quanto non sia umano. Io so che lui soffre dentro di sé, e tanto.
Ci ha parlato appena ieri mattina: secondo lei cosa prova Beppino?
Non so come possa vivere con un peso addosso come questo: Eluana da diciassette anni è in quelle condizioni, ma lui fino a ieri mattina non si era mai svegliato sapendo che sua figlia sta per morire.
.......

Perché invece con Eluana non ci sarebbe accanimento terapeutico?
Ma Eluana non ha una malattia, non è terminale, non ha un dolore, non ha un macchinario nella stanza, non c’è nulla che possa far pensare ad un accanimento per tenerla in vita! È accudita, curata, amata. La si deve solamente aiutare a mangiare!
Beppino però sostiene che la morte di Eluana servirà a liberarla…
Liberarla da cosa? Come fa lui a sapere che lei è in catene? Una persona che soffre lo si vede. Non lo capisco proprio cosa voglia dire Beppino, cerco di sforzarmi, ma non ci arrivo.
........

di Pino Ciociola - Avvenire 04/02/2009

giovedì 5 febbraio 2009

Vivere... Con gli occhi sbarrati

Girando per Internet ho trovato questo sito sulla storia di Salvatore Crisafulli.
La storia di un uomo che si è risvegliato dal coma vegetativo.
Penso che leggerò il suo libro.

sabato 31 gennaio 2009

Prima di tutto uomo

Sono rimasto colpito da questa intervista che Mino Reitano (appena scomparso) ha rilasciato nei giorni della sua malattia al quotidiano online "Petrus". La ripropongo integralmente.

Maestro, milioni di italiani sono in ansia per Lei: ci dica, come sta vivendo questo terribile periodo della Sua esistenza?

“Con serenità e ottimismo. Sono sempre stato cattolico e un uomo di Fede, non vedo perchè la fiducia in Dio dovrebbe vacillare proprio ora”.

A chi offre le Sue sofferenze?

“A Gesù e alla Madonna. Gesù è l’immagine della bontà, il Figlio di Dio, di Colui che ha creato il Bene, il mondo, la natura. La Madonna è Sua Madre, mia Madre, la mamma della Chiesa, la discepola fedele che mai ha perduto la speranza. E sull’esempio di Maria, neanch’io perdo la speranza di farcela”.

Sappiamo che nell’affrontare la malattia, oltre alla Fede, Le è di grande aiuto la Famiglia.

“E’ verissimo. Uno dei doni più belli che la vita mi ha dato è stato proprio quello della famiglia: una moglie splendida e due figlie che mi sono sempre vicine e non mi lasciano mai. Cos’altro avrei potuto pretendere di più?”.

Reitano, Lei è molto amato dagli italiani, ma tra gli addetti ai lavori non sempre ha ricevuto i riconoscimenti che Le spettavano. Porta dei rancori?

“Perdono tutti. Non voglio lasciare nulla in sospeso con alcuno. Il cristianesimo è saper dimenticare, lasciarsi alle spalle rancori e risentimenti, abbandonarsi liberamente alla misericordia. Senza perdono la nostra fede sarebbe vuota. Io stesso chiedo perdono nel caso abbia danneggiato qualcuno, anche se, mi creda, nel limite delle mie possibilità, ho sempre cercato di aiutare e comprendere tutti. Se non ci sono riuscito, spero davvero vogliano scusarmi”.

Le Sue parole sul perdono fanno emozionare: racchiudono il vero senso del cristianesimo. Ma quando è maturata in Lei la Fede?

“Sono stato un cattolico credente e praticante sin da piccolissimo. Devo tantissimo ad un mio caro amico sacerdote, don Gianni Repaci, che tuttora mi conforta con le sue parole. Lo conosco dai bei tempi, da quando cantavo alle feste parrocchiali nel mio piccolo paese d’origine. Che bella la mia Calabria, la porto nel cuore…”.

In passato è stato protagonista di un evento che ha del prodigioso: Le va di raccontarlo?

“Molto tempo fa, a causa dello stress e dei tanti concerti che avevo tenuto in giro per il mondo, avevo perso la voce. I medici non sapevano spiegarsi scientificamente il caso, perché una vera e propria patologia non emergeva da alcun tipo di accertamento diagnostico. Fu così che, comprensibilmente sconvolto, andai a Sotto il Monte, il paese nativo del Beato Giovanni XXIII. Il fratello di Giovanni XXIII era un mio amico e mi disse di pregare il ‘Papa Buono’ di intercedere presso Dio affinché mi restituisse la voce. Il tempo di fare ritorno in Calabria e stavo di nuovo bene. I medici non seppero dare alcun tipo di spiegazione: fu qualcosa di praticamente istantaneo”.

A proposito di Papi: Lei ha incontrato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

“E’ vero. Si tratta di due uomini fantastici, che porterò sempre nel cuore. Entrambi sono stati gentilissimi con me, sa? Soprattutto Benedetto XVI, che mi disse testualmente: ‘Lei ha gli occhi buoni’. Capirà, mi misi a piangere come un bambino per la commozione e ad un certo punto cercai di inginocchiarmi per baciargli la mano, ma me lo impedì, mi trattenne e mi accarezzò. Che grande umiltà! Che grande umanità! Non dimenticherò mai le sue parole, il suo sguardo di padre, la carezza che mi fece sul viso”.

Maestro, crede negli Angeli?

“Certo. Ma io ho un angelo speciale. Come forse lei saprà, io sono cresciuto praticamente senza conoscere mia madre. Però lei dal cielo ha vegliato su di me. E’ mia madre il mio angelo custode. E poi c’è l’altra madre, la Madonna: pregatela incessantemente, supplicatela, vogliatele bene. Vedrete che anche nei momenti di dolore e difficoltà, proprio come quello che sto vivendo io, non vi sentirete mai soli“.



Un Uomo capace di affrontare la vita, con tutte le sue contraddizioni, certo di un bene su di sè e sugli altri. Sicuramente un uomo affascinante.